Il dono di una spiccata sensibilità-sensitività, unito ad un
forte imprinting “giudicante”, è quasi sempre un’eredità molto difficile da
gestire per chi vuole liberarsi.
Questo perché la combinazione di quei doni è di primaria
utilità alla matrix-vivente, al fine di far riparare, supportare e dare energia,
alle sue cellule-uomo schiavizzate già durante la fase educativa (i primi anni
di vita).
L’individuo sensibile/sensitivo infatti, dopo essere stato
programmato con i falsi valori dell’amore e della compassione, oltre che essere
stato dotato della scala standard di “falsi principi-valori e sentimenti di
matrice”, reagirà, nei confronti delle “esigenze” di stabilità delle cellule
uomo programmate, dando supporto energetico alla loro matrice schiavizzante.
Vediamo come funziona il meccanismo, leggendo un brano tratto da Translife Revelation
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L’incontro con El
Quella stessa mattina mi ero incontrato
con El. Avevamo preso un caffè al bar e bruciato insieme una decina di
sigarette in breve tempo. Ci eravamo conosciuti su internet.
El mi incuriosiva non poco: avevo attratto
nella mia esperienza di vita un’esperta di riflessologia plantare; una scienza
che si stava diffondendo e che sfociava a volte in una sorta di spiritualità
concreta avulsa dal fideismo. Molto centrata sulla percettività per segni manifesti. Erano passati un paio
di mesi da quando, per vari motivi, avevo pensato che avrei voluto incontrare
una persona con quelle competenze specifiche ed eccola lì, di fronte a me.
In El trasparivano grandi doti che danno
il senso di chi è propenso a una visione olistica e circolare dell’universo,
tra queste una: la percettività vibrazionale!
Cos’è in fondo un sensitivo?
Se volessimo usare i principi
dell’Attrazione per darne una definizione, potremmo dire che è semplicemente un
individuo che ha deciso che esiste un livello di percezione oltre l’ordinario.
Avendolo da un lato deciso, e dall’altro avendo desiderato di ampliare il
proprio se stesso, ha aperto la porta della percezione.
È
banale osservare quanto ciascuno di noi utilizzi la percezione per decifrare e
sentire il mondo circostante, attraverso i segni
manifesti; ma per quanto lo si faccia, di norma non se ne è coscienti. Il
sensitivo è semplicemente una persona che è consapevole di questa modalità
cognitiva e quindi, essendo attratto dall’aspetto percettivo per segni manifesti, lo amplia nella sua sfera di vita.
El è uno di essi. Si è auto generata in
quanto strumento del suo divenire.
In passato avevo notato che nonostante
fosse molto proficuo espandere il sesto senso, la cosa celava anche aspetti
pericolosi in merito al piano dell’ampliamento della consapevolezza e di quello
della decifrabilità del mondo circostante. Il background culturale, le credenze
sedimentate, le paure legate a esperienze precedenti o a quelle trasferite da
altri, potevano direzionare la percezione in un ambito in cui l’altro veniva
incasellato, in modo molto più rigido del normale.
Inoltre, il senso di sicurezza della
propria capacità percettiva poteva far tendere a inscatolare tutto ciò che
appariva atipico, nei vari spazi dedicati
ai campanelli che indicano “pericolo!”.
I principi dell’Attrazione segnano sempre
il divenire di ciascuno di noi... e quando le paure, rispetto a un determinato
desiderio, sovrastano la parte gioiosa dello stesso, si possono verificare due
eventi:
il primo consiste nell’attrarre persone
negative per la propria esperienza di vita;
l’altro, nel non riconoscere ciò che di
positivo abbiamo voluto che entrasse nella nostra sfera.
Il processo è semplice:
1.
Il noi stessi che abbiamo generato diviene polo
attrattivo per ciò che è speculare a esso e per quello che desideriamo.
2.
All’inizio si prova gioia ed entusiasmo.
3.
L’istinto di “paura”, ormai stratificato, devia la
percezione e porta per assurdo a scartare proprio ciò che cercavamo, al di là
del valore e del peso che il nuovo elemento avrebbe potuto avere nella nostra
vita; persona o situazione che sia.
Avevo percepito in El due blocchi
interiori fortemente sedimentati: il più consistente dei due era sicuramente
quello costituito dalla sua morale (matrice religiosa e del giudizio-autogiudizio). Sapevo già che la probabilità che la
nostra conoscenza avesse un seguito era molto remota. Per cui, visto che
provavo attrazione e interesse per lei, mi preparai per istinto a incontrare i
suoi blocchi.
Quando dico “per istinto”, intendo: con un
certo grado di consapevolezza. Essa ci permette di decidere in un istante come
essere; e così rappresentai solo il me stesso sereno e prudente, pensando che
le sue paure e i blocchi interiori non avrebbero trovato linfa per alimentarsi.
L’Attrazione fece il resto, e nacque un’intensa simpatia.
Osho aveva inquadrato bene quanto fosse
fondamentale la fiducia in sé e negli altri al fine di aprire le porte e
vivere. Ancora una volta pensai all’importanza di percepire il mondo per segni manifesti. Prendere o scartare in
un istante, anche per dilatare l’esistenza sul piano temporale.
Questa modalità, però, nel caso in cui
fossero presenti paure e blocchi interiori in modo predominante, portava a una
sorta di apatia dovuta all’impossibilità di vivere la parte entusiasta, libera
e gioiosa, che è in ciascuno di noi.
El mi prese la mano, e sentii calore,
delicatezza, dialogo, comunione. Quello era un messaggio chiaro, dato da chi
vuole percepire anche attraverso i “segni”.
Un'inusuale emozione di contatto incorporeo. Il comunicare con il corpo e l’energia che da esso ne
deriva, sa di magico. E la magia, a volte, ha un sapore strano.
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