La risposta a tutte
le domande; la chiave che apre tutte le porte;
quella che Osho cercò
per tutta la vita, è giunta.
Dopo duecentomila
anni, ha inizio la rinascita dell’Uomo.
A fondo articolo troverai un discorso di Osho che rappresenta, in
modo mirabile, l’ego, il suo significato e la sua nascita.
Osho cercò per tutta la vita di dare una risposta alla madre
di tutte le domande, la risposta che avrebbe potuto cambiare la storia dell’uomo,
dando un valore assoluto, al concetto che l’ego e la personalità, in realtà,
non esistono se l’individuo e nel suo centro: nel suo Sé. La risposta di chi
crea l’ego nell’uomo, avrebbe potuto rendere inconfutabile che esso non è ciò
che crede di essere; che la realtà è una falsa proiezione dell’ego e che quindi
la felicità e l’auto realizzazione esistono, solo se si esce dalla double-matrix.
Eppure l’ego esiste, al di la delle cause che lo generano...
Sembrerebbe questa una contraddizione, rispetto a quanto detto in precedenza, eppure
non lo è. Si tratta semplicemente di abituarsi all’idea che gli individui
liberati dalla double-matrix, hanno dato vita al loro sé e vivono quindi in una
dimensione in cui l’ego non può esistere; mentre i non liberati (le
cellule-uomo assimilate dal sistema sin dalla nascita), vivono in una
dimensione parallela, in cui il sé non può esistere, in quanto antitetico e
pericoloso per il sistema.
Prima della morte di Osho, non vi erano le condizioni e le
conoscenze per trovare quella risposta; la risposta a tutte le domande che l’uomo
si è posto sulla sua condizione di infelicità e di non realizzazione di sé. Oggi,
dopo millenni, ci si è potuti finalmente arrivare... ed è da essa che ha avuto
inizio la rinascita dell’Uomo.
La liberazione del sé, è quindi una trasmutazione di vita
(Translife) che trasporta dall’universo della double-matrix, a quello liberato.
E ricorda: non confondere l’ego, con l’ego morale di radice religiosa, perché esso è solo una piccola
parte dell’ego, quella deputata a castrare i tuoi desideri, al punto di
trasformarli in inconsci e quindi in potenti e deleterie memorie neuronali (neuroscienze:
Modelli Operativi Interni). Il bene e il male non esistono e per un uomo
liberato, ogni suo desiderio va appagato, anche se nasce da un gioco tra lui e
la double-matrix.
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OSHO – L’EGO: IL FALSO CENTRO
Come prima cosa, si deve comprendere cos’è l’ego.
Un bimbo nasce.
Egli viene al mondo senza alcuna cognizione, né coscienza
del suo sé. E quando un bimbo nasce la prima cosa di cui diventa consapevole
non è se stesso: come prima cosa diventa consapevole dell’altro. E’ naturale,
perché gli occhi si aprono verso l’esterno, le mani toccano gli altri, le
orecchie ascoltano gli altri, la lingua sente il sapore del cibo e il naso
sente gli odori esterni. Tutti questi sensi sono aperti verso l’esterno.
Nascere significa questo.
Nascita significa venire in questo mondo: il mondo di ciò
che sta fuori. Per cui, quando nasce un bambino, egli nasce a questo mondo.
Apre gli occhi, vede gli altri.
Gli "Altri" significano il tu. Egli dapprima
diventa consapevole della madre. Poi, un po’ alla volta, diventa consapevole
del suo corpo. Anche questo è l’altro, anche questo appartiene al mondo
esterno. Ha fame e sente il suo corpo; il suo bisogno viene soddisfatto,
ed egli si dimentica del corpo.
E’ così che un bimbo cresce.
Prima diventa consapevole dell’altro, e poi, a poco a poco,
in contrasto con l’altro, diviene consapevole di se stesso.
Tale consapevolezza è una consapevolezza riflessa. Egli non
è consapevole di chi lui sia. E’ semplicemente consapevole della madre e di ciò
che lei pensa di lui. Se sorride, se gli fa dei complimenti, se gli dice:
"Quanto sei bello", se lo abbraccia e lo bacia, il bimbo è
soddisfatto di sé.
In questo modo, è nato l’ego.
Attraverso i complimenti, l’amore, le cure, egli si sente
bene, sente di essere apprezzato, sente di avere un significato. Nasce un
centro.
Ma questo centro è un centro riflesso. Non è il suo vero
essere. Egli non sa chi è; sa solo quello che gli altri pensano di lui.
E questo è l’ego: il riflesso, ciò che pensano gli altri. Se
nessuno pensa che lui sia utile, se nessuno gli fa i complimenti, se nessuno
gli sorride, anche in questo caso nasce un ego: un ego malato, triste,
rifiutato, simile a una ferita; un ego che si sente inferiore, indegno. Anche
questo è ego. Anche questo è un riflesso.
Dapprima viene la madre, e all’inizio la madre rappresenta
tutto il mondo. Poi alla madre si uniscono gli altri, e il mondo continua a
crescere. E più il mondo cresce, più l’ego diventa complesso, perché vi si
riflettono le opinioni di molte altre persone.
L’ego è un fenomeno di accumulazione, un sottoprodotto della
vita vissuta con gli altri. Se un bambino vive completamente solo, non accadrà
che in lui cresca un ego. Ma questo non aiuta affatto. Egli rimarrà come un
animale. Questo non vuol dire che arriverà a conoscere il suo autentico sé, per
nulla!
Il reale può essere conosciuto solo attraverso il falso,
quindi l’ego è necessario. Bisogna passarci attraverso. E’ una disciplina. Il
reale può essere conosciuto solo attraverso l’illusione. Non potete conoscere
la verità direttamente. Prima dovete conoscere ciò che non è vero. Prima dovete
scontrarvi con il falso: questo incontro, vi aiuterà a conoscere la verità. Se
conoscete il falso in quanto tale, la verità sorgerà in voi.
L’ego è una necessità; è una necessità sociale, è una
conseguenza della società. La società è tutto ciò che vi circonda: non siete
voi, ma quello che vi sta intorno.
Tutto, eccetto voi, è la società. E tutti riflettono. Andrai
a scuola e il maestro rifletterà chi sei. Diventerai amico di altri bambini, e
gli altri bambini rifletteranno chi sei. Pian piano, tutti quanti aggiungono
qualcosa al tuo ego, e tutti cercano di modificarlo, in modo tale che tu non
divenga un problema per la società.
Gli altri non si preoccupano di te.
Il loro unico interesse è la società.
La società si preoccupa di se stessa, e così dev’essere.
A loro non importa che tu divenga un conoscitore di te
stesso. A loro importa che tu divenga una parte efficiente del meccanismo della
società: devi adattarti allo schema.
Quindi, cercano di darti un ego compatibile con la società.
Ti insegnano una morale. La morale comporta il darti un ego
compatibile con la società. Se sei immorale, in un modo o nell’altro, sarai
sempre un disadattato.
Ecco perché mettiamo i criminali in prigione: non perché
abbiano fatto qualcosa di sbagliato; non perché la prigione possa aiutarli a
migliorare, anzi... semplicemente, essi non sono compatibili. Sono fonte di
problemi. Hanno ego particolari, che la società non approva. Se la società li
approvasse, tutto andrebbe bene.
Un uomo ammazza qualcuno: è un assassino.
E lo stesso uomo, in tempo di guerra, uccide migliaia di
persone... e diventa un grande eroe. La società non è disturbata da un delitto,
però il delitto deve essere commesso negli interessi della società: in questo
caso è pienamente accettato. La società non si preoccupa della moralità.
La moralità presuppone semplicemente che tu ti debba
adattare alla società.
Se la società è in guerra, la morale cambia.
Se la società è in pace, esiste una morale diversa.
La morale è politica sociale. E’ diplomazia. E ogni bambino
deve essere allevato ed educato in maniera tale, da rientrare negli schemi
della società: questo è tutto, in quanto alla società interessa avere
componenti efficienti.
Alla società non interessa che tu raggiunga la conoscenza di
te stesso.
La società crea un ego, perché l’ego può essere controllato
e manipolato. Il sé non potrà mai essere né controllato né manipolato. Nessuno
ha mai sentito parlare di un società che controlli il sé: non è possibile.
E il bambino ha bisogno di un centro; il bambino è
totalmente inconsapevole del suo centro. La società gli dà un centro, e il
bambino a poco a poco, si convince che quello sia il suo vero centro: l’ego che
gli dà la società.
Un bambino torna a casa: se è risultato il primo della
classe, tutta la famiglia è felice. Lo abbracciate e lo baciate, ve lo prendete
sulle spalle, lo fate ballare, e gli dite: "Figlio bello! Siamo orgogliosi
di te." Gli state dando un ego, un ego sottile. E se il bambino torna a
casa deluso, sconfitto, una frana -- non ce l’ha fatta, oppure lo hanno messo
nell’ultimo banco -- allora nessuno gli fa complimenti, ed egli si sente
rifiutato... la prossima volta ci metterà più impegno, perché il suo centro è
stato scosso.
L’ego è sempre agitato, è sempre in cerca di alimento, in
cerca di qualcuno che gli faccia delle lodi. E’ per questo motivo che chiedete
continuamente attenzione.
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